Fonte: http://www.zeroviolenzadonne.it/
IL COSTO DI ESSERE DONNA. INDAGINE SUL FEMICIDIO IN ITALIA
dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna
Presentazione della ricerca in occasione dell’8 marzo 2011.
Dedichiamo la nostra ricerca sul “Femicidio 2010” e la giornata dell’8 marzo 2011 a Ilham Azounid ed al suo bambino di due anni, che è stata accolta nelle nostre strutture negli anni passati quando era incinta, uccisa insieme al piccolo dal padre-marito italiano lo scorso 6 febbraio in un condominio di Bologna.
Ecco l’anticipazione di alcuni dati che verranno presentati: quest'anno le donne uccise sono state 127: il 6,7% in più rispetto all'anno precedente.
In occasione della Giornata internazionale della donna la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna presenta il report di ricerca Il costo di essere donna. Indagine sul femicidio in Italia, che indaga il fenomeno delle uccisioni legate alla violenza di genere.
La ricerca, svolta per il sesto anno da un gruppo di volontarie della Casa delle donne, verrà presentata l'8 marzo 2011 alle ore 17,30 presso l'Istituto Storico Parri Emilia-Romagna in Via Sant’Isaia 18.
Ecco l’anticipazione di alcuni dati che verranno presentati: quest'anno le donne uccise sono state 127: il 6,7% in più rispetto all'anno precedente. Sono dati allarmanti ed esponenziali se consideriamo la crescita ininterrotta di questo tipo di eventi dal 2005 ad oggi.
Le analisi del report che saranno a breve disponibili anche sul nostro sito ( http://www.casadonne.it/ ), si confermano come gli unici dati disponibili a livello nazionale su un fenomeno ancora non indagato e non sufficientemente portato all’attenzione dei media e vengono citati come la sola fonte sul femicidio in Italia.
L'insieme dei dati quantitativi e qualitativi, ci restituisce un quadro allarmante, che mette in rilievo aspetti che ci si ostina ad ignorare e sottostimare. A conferma dei risultati degli anni scorsi si è rilevato che la maggior parte delle vittime sono donne italiane (78%), così come la maggior parte degli uomini che le hanno uccise (79%).
Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di mariti (22%), compagni, conviventi (9%) o ex (23%), ma anche figli (11%) e padri (2%); uomini con i quali le donne avevano una relazione molto stretta.
I motivi che hanno armato le loro mani apparentemente sembrano i più svariati. Spicca un'incapacità di accettare le separazioni (19%), gelosie (10%) e conflittualità (12%), ma hanno, come sostrato culturale, il pensare la donna quale oggetto di proprietà, privandola violentemente di uno spazio decisionale, individuale ed attivo.
Contrariamente a quanto i mezzi giornalistici spesso facciano trapelare, il femicidio non è il frutto di un'azione improvvisa ed imprevedibile, bensì l'epilogo di un crescendo di violenza, a senso unico.
Questi dati, per quanto sottostimati (si tratta infatti di una indagine solo sulla stampa nazionale e non dà conto delle molte donne scomparse, dei ritrovamenti di donne senza nome o dei casi non ancora risolti a livello processuale), confermano che la violenza intrafamiliare è una altissima causa di morte: ma essa deve esser considerata solo l’apice di altre violenze subite e taciute, spesso per moltissimi anni.
Alla conferenza interverranno: Giancarla Codrignani, Vicepresidente dell’Istituto Parri, Teresa Marzocchi, Assessora alle Politiche Sociali della Regione Emilia-Romagna e Barbara Spinelli che parlerà del Femicidio come fenomeno internazionale. La ricerca verrà illustrata da Virginia Venneri e Anna Pramstrahler.
Casa delle donne per non subire violenza
Ufficio stampa Tel 328-4192456
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