FEMMINICIDIO

venerdì 26 marzo 2010

Femminicidio: presentazione a Milano

Le donne dell’America Latina

Daniela Padoan, Bruna Peyrot e Barbara Spinelli raccontano il loro personalissimo dialogo con alcune delle donne latinoamericane da anni impegnate nella lotta per la democrazia e la legalità, in una serie di incontri organizzati dalla Cattedra di Culture Ispanofone II diretta dalla professoressa Emilia Perassi, che prende il via giovedì 25 marzo.
Una lezione di coraggio, oltre che di amore, che parte dalle ormai storiche Madri di Plaza de Mayo, che hanno contribuito a smascherare e sconfiggere la cultura della morte della dittatura argentina, per giungere all’impegno delle sindacaliste colombiane, in lotta contro la guerriglia e il narcotraffico, e a quello delle giuriste messicane alle prese con la lunga e sconfinata violenza che colpisce le donne, soprattutto nelle zone di frontiera con gli Stati Uniti, dove prosperano indisturbate le maquilladoras - fabbriche di trasformazione e assemblaggio a capitale straniero che sfruttano il lavoro a basso costo e le agevolazioni fiscali delle zone franche.
Gli incontri al Polo di Sesto, sono un’occasione per illustrare come le pratiche e i saperi femminili riescano a promuovere alternative e proposte utili a reagire a contesti di crisi, violenza e repressione in America Latina.
Gli appuntamenti in programma sono:
• Giovedì 25 marzo, ore 16.30 - aula T9
Con Daniela Padoan che presenta: Le pazze. Un incontro con le madri di Plaza de Mayo (Milano, Bompiani, 2005). Nel corso dell’evento sarà proiettato il documentario realizzato dall’autrice per Rai Tre.

• Mercoledì 31 marzo 2010, ore 16.30 - aula P4
Con Bruna Peyrot e il suo Mujeres. Donne colombiane tra politica espiritualità (Troina -En- Città Aperta, 2002)

• Venerdì 9 aprile, ore 12.30 - aula T8
Con Barbara Spinelli che introduce il suo: Femminicidio. Dalla denuncia sociale alriconoscimento giuridico internazionale (Milano, Franco Angeli, 2008)

L’indirizzo è : piazza Indro Montanelli 1, Sesto San Giovanni

Per informazioni
Emilia PerassiTel. 02 503 21769E-mail: emilia.perassi@unimi.it

Violenza sulle donne straniere e differenze culturali

Bolzano, 25 marzo 2010

Introduzione e moderazione
Cecilia Stefanelli
Presidente dell’associazione Donne NISSÀ

"Donne migranti: i diritti da conquistare due volte"
Barbara Spinelli
Autrice di "Femminicidio" (FrancoAngeli, 2008), membro dell’associazione Giuristi Democratici

"La donna islamica in Italia"
Dounia Ettaib
Presidente "Associazione DARI" Associazione delle donne arabe d’Italia

Discussione
Pausa

La situazione a Bolzano
Fatbardha Brataj
Giornalista professionista,
operatrice allo sportello di orientamento e consulenza dell’Associazione Donne Nissà

Esperienze personali nella consulenza legale
Sabine Ruedl
Avvocata

Dibattito e conclusioni

sabato 6 marzo 2010

Quando il maschilismo uccide

“Femminicidio” (edito da Franco Angeli) è un libro ‘scomodo’, a partire dal titolo, un neologismo ancora poco usato, di quelli che Word segna come errore, legato nell’immaginario alla strage delle donne di Ciudad Juarez negli anni novanta. Non è semplicemente il femminile di omicidio, ha un significato politico più profondo. Se è vero che dare un nome ad un’ingiustizia è il primo passo per iniziare a combatterla, il libro di Barbara Spinelli, giovane studiosa, attivista femminista e collaboratrice coi Giuristi Democratici, è uno strumento utile per far luce su una realtà, quella della violenza contro le donne, conosciuta ancora troppo superficialmente.
Ciò che sta a cuore all’autrice è ricostruire la storia del percorso di rivendicazione dei diritti delle donne a partire dal concetto di femminicidio, per evitare che continui ad essere definito ‘delitto passionale’ o ‘frutto di raptus’, prodotto da ignoranza e da follia. “Femminicidio si ha – sostiene la Spinelli – in ogni contesto storico o geografico, ogni volta che la donna subisce violenza fisica, psicologica, economica, normativa, sociale, religiosa, in famiglia e fuori. Quando non viene riconosciuta come soggetto, quando le viene negato il diritto di andare contro il ruolo imposto dalla società e di autodeterminarsi”.
Come dire che il macroatto di violenza (l’assassinio della donna) non è separato dai microatti di pratiche discriminatorie in ambito familiare o istituzionale (dalle pressioni psicologiche, alle percosse, alle mutilazioni, all’impunità/corruzione/connivenza istituzionale) e il filo rosso, la radice alla base della violenza, è da individuare, per l’autrice, nel sistema patriarcale vigente. A partire dall’origine del termine, come categoria criminologica utilizzata dalle femministe centroamericane per denunciare la strage di donne di Ciudad Juarez negli anni novanta – caso emblematico immortalato nel film Bordertown – , Barbara Spinelli ricostruisce la storia del movimento contro il femminicidio e della sua espansione in America Latina e oltre, per definirne il percorso verso il riconoscimento giuridico internazionale, come crimine contro l’umanità.
Alla puntuale analisi storica – correlata di schede informative sulle indagini criminologiche negli stati latinoamericani e dai dati del dibattito europeo sul riconoscimento politico e giuridico del femminicidio – si affiancano pagine più ‘calde’ dedicate alla femminista messicana Marcela Lagarde e all’incontro con alcune attiviste, accomunate dalla fermezza nella lotta, “dalla contadina alla deputata”. Contro la superficialità e il sensazionalismo che di solito accompagnano il tema della violenza contro le donne, “Femminicidio” si presenta come un valido strumento per affrontare l’argomento in modo più chiaro e organico, nella consapevolezza che “non è solo l’uomo che uccide, è l’ideologia patriarcale, riprodotta da uomini, donne, istituzioni”. (irene sandei)