Schizofrenia al governo
di Ida Dominijanni
Il Manifesto, 11 settembre 2009
La schizofrenia del potere, o forse l'inventiva del più grande sceneggiatore di Hollywood, ha suggerito al governo italiano di allestire a Roma un setsurreale dove, Mara Carfagna officiante, si levano alti lai contro laviolenza sulle donne, si taglia il nastro inaugurale di «una nuova epoca dicooperazione internazionale» contro la violenza sulle donne, si chiamano araccolta gli uomini giovani contro la violenza sulle donne, nelle stesse orein cui piovono pietre sull'harem a pagamento di un uomo anziano, sui sistemidi reclutamento di escort e quasi-escort bionde e brune di un imprenditorecinico, sui mezzi di circolazione di coca e altre sostanze destinate arendere più eccitante il «divertimento dell'imperatore» che muove come ilsole tutto il sistema.Pare di sognare e invece no, è proprio vero. E' proprio lei, Mara Carfagna,la più favorita fra le favorite di corte, una che in questi mesi non hatrovato una sola glossa da fare alla mercificazione femminile praticata persistema dal suo capo, a pontificare che «ogni atto di violenza contro ledonne è un crimine». Ed è proprio lui, «il miglior presidente del consiglioin 150 anni di storia», a ghignare per l'ennesima volta la sua ammirazioneper l'altra metà del cielo, il suo odio per la disinformazione dei giornali,le sue minacce contro le testimoni dirette e parlanti dei suoi misfatti.C'è la violenza reale e c'è la violenza simbolica. E se è vero che ogni attodi violenza contro le donne è un crimine, violento e criminale è iltrattamento - linguistico, mediatico, sessuale - che il premier e i suoimezzani, da Tarantini a Ghedini a Feltri a tutti quelli che tacciono eacconsentono, riservano al gentil sesso. O forse pensano che a tutte noisembri di ricevere dei bouquet di rose quando li sentiamo parlare diutilizzatori finali, veline ingrate, «ragazze e coca come chiave di accessoal successo»? Riesce, il miglior presidente del consiglio degli ultimi 150anni, ad associare la parola «violenza» all'uso e abuso del corpo femminilenelle sue televisioni, o ritiene che anche quello sia un sincero omaggio al«genere», come Tarantini chiama il suo parco-escort, e se non ci riesce puòdargli una mano la sua ministra alle pari opportunità? Potrebbe per cortesiala sottosegretaria Eugenia Roccella smetterla di bluffare sulla libertàfemminile osannandola quando le conviene, cioè sulle escort che sarebbero«libere di disporre del proprio corpo traendone dei vantaggi», ecalpestandola quando non le conviene, cioè su aborto, procreazioneassistita, RU486 e simili? Potrebbe l'onorevole Souad Sbai buttare un occhiosul relativismo etico del suo leader di riferimento invece di farsiossessionare da quello del multiculturalismo? Oppure pensano tutti e tutte,il capo e la sua corte dei miracoli, che «l'altra metà del cielo» siaschizofrenica quanto loro, pronta a farsi imbonire oggi da una busta conmille euro dentro, domani da uno spot sullo stalking?
http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2009/mese/09/articolo/1419/
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